CCC Team, il monito di Matteo Trentin: “Non è un caso che i migliori neopro’ italiani arrivino da squadre estere”

Primi giorni di corsa per Matteo Trentin nel 2020. L’azzurro, reduce dal secondo posto al Mondiale 2019, ha esordito con la maglia del CCC Team in occasione della prima tappa della Volta a la Comunitat Valenciana 2020. Per il trentino, 12esimo nella frazione vinta da Dylan Groenewegen (Jumbo-Visma), si tratta di una nuova avventura, che inizia a 30 anni di età. L’ex corridore della Mitchelton-Scott ha quindi una certa esperienza alle spalle, che gli permette di valutare la situazione del ciclismo giovanile in Italia. E di soffermarsi, in particolare, su uno di quei problemi che, a suo parere, condizionano la crescita e lo sviluppo dei talenti in erba del panorama azzurro.

“Se in Italia esistessero un Remco Evenepoel o un Mathieu van der Poel, non arriverebbero al professionismo. Da noi la multidisciplinarietà non esiste e dobbiamo migliorare in mentalità”, il pensiero di Trentin, poi approfondito in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. “Mi fa un po’ ridere chi si lamenta del fatto che mancano i giovani, perché poi non è che si fa qualcosa per cambiare. Basta vedere le gare giovanili, l’esasperazione degli allenamenti tra gli Juniores. C’è qualcosa di sbagliato, ma da anni non si fa nulla per cambiare le cose. Io nel periodo di Natale mi allenavo come al solito con il fondo, ho visto ragazzi fare 5-6 ore intorno al lago, a dicembre. Se si spremono così… Non si corre più per soddisfazioni e ci si allena troppo quando non serve. Dovremmo chiederci perché i migliori neopro’ che passano al World Tour sono quelli che arrivano da squadre Continental straniere. E sulla multidisciplinarietà, io ho sempre fatto ciclocross, storcevano il naso, ma grazie ai risultati non potevano certo dirmi di no”.

Trentin parla anche della sua stagione: “Dopo la Valenciana farò la Vuelta Murcia. Poi Volta ao Algarve, le classiche di apertura in Belgio, Parigi-Nizza e Milano-Sanremo“. Nulla di definito, al momento, per quel che riguarda i Grandi Giri, mentre un obiettivo più a lunga scadenza è più chiaro nella mente del corridore della CCC: “L’Europeo potrebbe esserlo, è a casa mia, a Trento, davanti alla mia gente, conosco tutte le strade… Il Mondiale no, è un tracciato per scalatori e non è proprio per me, così come non lo è la corsa di Tokyo 2020“.

Il trentino inizia il 2020 con qualche differenza nella preparazione ormai alle spalle: “Ho cambiato i tempi, sono un po’ più indietro rispetto al 2019 perché voglio essere più brillante negli appuntamenti più importanti. L’anno scorso mi è mancato lo scalino in più quando serviva”. Un’ultima nota sul Mondiale di Harrogate, quello dell’argento e dei rimpianti: “Ero tra i favoriti, ho attaccato quando si doveva, ho risposto a Van der Poel, ero il meno outsider fra i tre al traguardo. Poi, è andata come è andata, ma questo mi dà la consapevolezza che posso fare io la corsa”.

 

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